Deejay TV ha dedicato, a questo giovane artista, un programma: “Pascalistan”, che racconta delle sue mirabolanti avventure in una terra piuttosto lontana e sicuramente (ancora) poco conosciuta e ambita dai giovani (e non) italiani. Non avete capito di cosa stiamo parlando? Allora continuate a leggere…
Tutti conoscono e intonano le canzoni di Son Pascal (al secolo Pasquale Caprino, nato a Capaccio provincia di Salerno, segni particolari: italianissimo), lo fermano per strada e gli chiedono una foto o un autografo. Tutti, sì, ma in Kazakistan, non certo in Italia! Il giovanissimo è così tanto celebre che la sua storia, qui, è diventata quasi una leggenda! Se ricordate, tempo fa, avevamo già parlato di lui ma, per chi si fosse perso l’articolo… rinfreschiamo un po’ la memoria ripercorrendo le sue “gesta”. Per cercare di sfondare nel campo della musica, il giovane Pasquale, ha prima tentato la fortuna a Londra (anzi, prima ancora si era trasferito a Roma e, successivamente, a Milano). Ma lì si era ridotto a suonare in una cover band dei Beatles e questa cosa non gli poteva piacere a lungo. Poi, all’improvviso, l’incontro che gli cambia la vita… in Inghilterra conosce Dina, una ragazza kazaka che lo invita a partecipare all’edizione di “X-Factor “del suo Paese. Son non ha nullla da perdere, fa i bagagli e parte per questo paese sconosciuto, conscio solo di una cosa: in inverno le temperature si aggirano sui -30. Partecipa seriamente a “X-Factor” e da quel momento inizia la svolta. Scrive un pezzo… una parodia di “Englishman in New York” di Sting che diventa “Englishman in Shymkent” ed è un successone! Il popolo Kazako conosce e impazzisce per questo giovanissimo straniero venuto a cercar fortuna, cosa anomala, proprio nel loro paese!
Pensate che, solo su YouTube, raggiunge in breve tempo le 70mila visualizzazioni (una considerazione: il paese conta poco più di 16 milioni di abitanti, di cui solo il dieci per cento ha una connessione a Internet) e la canzone invade i palinsesti di ogni radio locale. Da quel momento, Son, ha scritto altri sei pezzi e ha iniziato anche a imparare e a cantare in kazako. E per intrattenere le comunità kazake è spesso invitato in giro per il mondo: New York, Transilvania, Praga. Del popolo kazako Son così dice: “Ho conosciuto un popolo veramente aperto e curioso. Ci sono circa 240 etnie diverse tra uzbechi, tedeschi, mongoli, è un luogo davvero interessante”, racconta lui entusiasta. “Certo, mi manca l’Italia, la mia famiglia e i miei amici ma qui ho trovato dei valori simili e più possibilità perché c’è uno stile musicale molto diverso quindi è più facile che il nostro venga apprezzato maggiormente”. E non mancano già le imitazioni… nella radio kazaka, infatti, hanno fatto passare il singolo di un altro italiano ma hanno dovuto specificare: un italiano, ma non Son Pascal. E direi che queste sono soddisfazioni!
Riguardo, invece, il programma a lui dedicato, così Son descrive Pascalistan: “è un’idea che ho sviluppato insieme con Davide Tappero Merlo, giovane e valente autore TV: l’ho conosciuto sul palco di un locale indie, siamo subito diventati amici. è stato lui a propormi il tutto, al fianco di Lorenzo De Marinis (autore, tra l’altro, di “Camera Cafe”), un progetto privo di canovaccio, una scelta coraggiosa. Venti puntate da mezzora ciascuna, un’esperienza fantastica e unica!”.
Son dà anche indicazioni per arrivare in Kazakistan, nel caso in cui aveste ancora dubbi sul dove andare in vacanza… “Non ci sono voli diretti e consiglio la Turkish Airlines da Roma con scalo ad Istanbul o Ukraine Airlines con sosta a Kiev, sono le più economiche, altrimenti KLM. Ci sono voli diretti da Londra, Francoforte e Praga e per un biglietto A/R si può spandere dai 500 ai 800. Il trucco per spendere meno è giocare d’anticipo. Le ore di volo da Roma sono 7 esclusi i tempi d’attesa negli scali… Io, comunque, vico a Almaty, l’ex capitale, oggi ancora la città più popolosa e quella proferita da gli artisti. È anche quella con il clima migliore… per quattro mesi all’anno in estate si riesce a evitare di coprirsi dalla testa ai piedi (a differenza di Astana dove le temperature raggiungono anche i -30°). Una città piena di vita con i caffè sempre pieni e basta allontanarsi di qualche chilometro per incontrare luoghi incontaminati come Almaty Big Lake. Per spostarsi in città il taxi è la soluzione migliore, funziona un po’ come un autostop a pagamento (senza licenza) e costa davvero poco. Qualsiasi sia il tragitto non dovreste spenderete più di 800 tenge (circa 4 euro) e se un tassista prova a chiedervene 5000 (25 euro) dovrete dire “pizzòt, normalno” che in russo significa “500 è abbastanza” e se dimostrerete di sapere le canzoni di Totò Cotugno diventerà subito vostro amico”. Grande Pasquale… no ti aspettiamo anche in Italia, te lo meriti, per simpatia e bravura!