Si conclude questa sera, con il suo concerto a Grugliasco, il tour di successo di Asaf Avidan ma non temete, il giovane cantante israeliano ha intenzione di visitare nuovamente “il Bel Paese” molto presto!
33 anni, nato a Israele, dal volto spigoloso e la cresta da calciatore. Il suo modo di cantare ricorda le grandi interpreti del blues, da Billie Holiday a Nina Simone, fino ad Amy Winehouse… questo è Asaf Avidan. Se chiediamo, proprio a lui, di descriversi, lui così risponde: “Non so bene chi sia Asaf Avidan, ma certo uno cui è toccata una grande fortuna”. Questo riferendosi alla possibilità di fare, finalmente, il lavoro che ha sempre desiderato: l’artista. E lo fa sicuramente bene visti i risultati: è in tour da quasi quattro anni, e sarà di nuovo in Italia a novembre per altre quattro date, in Israele è regolarmente in cima alle classifiche, a Parigi riempie teatri prestigiosi come l’Olympia. La “sua storia” inizia nel 2006, con un amore spezzato e un disco con sei brani: “Decisi di cambiare vita, lasciai il corso di animazione alla Bezalel Academy of Arts & Design di Gerusalemme e provai a scrivere musica. Era una terapia, dovevo trovare un modo per sfogare il malessere e ricominciare”.
Dalla sua apparizione a Sanremo 2013 a oggi, gli italiani, hanno avuto letteralmente un colpo di fulmine per Asaf Avidan grazie alla sublime interpretazione di “One Day/Reckogning Song”, un brano inciso nel 2008 ma diventato famoso solo lo scorso anno nella versione del deejay tedesco Wankelmut. E pensare che Asaf non era affatto soddisfatto del risultato: “Non ero convinto dell’operazione -, racconta, infatti, Avidan – ma quel remix mi ha fatto conoscere in tutto il mondo”. Sul palco più famoso d’Italia, il falsetto straziato dell’artista, ha conquistato il pubblico, e così “One Day”, ovviamente, è diventato il momento clou del tour italiano che si chiude (proprio oggi, 2 settembre) a Grugliasco. Avidan così commenta la sua esperienza nel nostro paese: “Gli spettatori aspettano questa canzone, però apprezzano anche le altre, sono curiosi di scoprire il mio mondo musicale”. Un mondo, il suo, che con l’ultimo album “Different Pulses” si è lasciato andare all’elettronica, relegando almeno momentaneamente in secondo piano le influenze più folk dei suoi primi lavori. “Esperimento”, questo, che Asaf non se la sentiva di fare assieme ai Mojos, la band con cui il cantante aveva inciso i tre dischi precedenti: “Non potevo sperimentare, sentivo sulle mie spalle la responsabilità del gruppo, invece stavolta ho provato tutto quello che avevo in mente”. Il risultato di questa “prova”è un disco originale e intrigante, con tantissime influenze che vanno dal blues a Leonard Cohen, con una strizzatina d’occhio ai Radiohead. E proprio parlando di loro dice: “Sono un esempio di creatività e di onestà intellettuale – commenta -. Una volta ho incontrato il cantante, Thom Yorke, a un festival dove suonavo anch’io. Gli ho chiesto se voleva venirmi a sentire, ma allora ero un perfetto sconosciuto: non credo che alla fine abbia assistito al concerto, anzi lo spero perché per l’emozione quella sera ho cantato peggio del solito”.
Per chi non avesse ancora avuto modo di ascoltare live questo talentuoso artista avrà modo di rimediare molto presto visto che, a Novembre, come abbiamo già detto. Asaf tornerà. Queste le date: 5 novembre Milano, Teatro degli Arcimboldi 7 novembre Firenze, Obihall 8 novembre Bologna, Estragon 10 novembre Napoli, Duel Beat. Affrettatevi a prenotare!