La musica pop italiana secondo l’inglese The Guardian

di Redazione 509 views0

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Ci sono molti nomi noti ma anche le nuove leve nella classifica stilata dal quotidiano briannico “The guardian”, le dieci canzoni italiane che più rappresentano il nostro paese, meraviglia leggere nomi che rappresentano la storia della musica italiana, come Lucio Battisti che affiancano giovani emergenti come Simone Cristicchi. A stilare la classifica è stato il giornalista Andrew Khan, nella rubrica della rubrica “Sounds of Europe, musica rock, pop e dance che parti dagli Anni 60 al 2005.

Non poteva mancare Fabrizio De Andrè con “La guerra di Piero” che risale al 1964 considerato ancora oggi “motivo di aggregazione per la sinistra italiana”. C’è anche Adriano Celentano, “tra i primi cantautori a portare il rock’n’roll in Italia” che è diventato famoso a livello internazionale con “Prisencolinensinainciusol” del 1972, un finto inglese che, in realtà, erano parole messe insieme casualmente senza nessun significato.

È del 1975 “Profondo Rosso” di Goblin, la “colonna sonora del film horror di Dario Argento per mesi in cima alle classifiche, “Ancora Tu” di Lucio Battisti definita come la hit delle classifiche italiane degli anni 70, Giorgio Moroder con “From Here to Eternity” è stata il trionfo della dance music, il ruolo dominante dell’ultima parte del ventesimo secolo.

Arriviamo agli anni 80 con Valerie Dore con “The Night” (1984), brano che fece il giro d’Europa per arrivare anche negli Stati Uniti. La grande sorpresa è trovare Paola e Chiara con il brano “Non Puoi Dire Di No” del 1998, tratto dall’album “Giornata storica”, perché se “Eros Ramazzotti e Laura Pausini hanno venduto oltre 100 milioni di dischi, per assistere a qualcosa di maggiormente brillante bisognò aspettare le sorelle Paola e Chiara Iezzi”, grinta rock mischiata all’appeal pop delle melodie, in buona sostanza, in grado di svegliare il classico pop patinato Made in Italy. Eros Ramazzotti e Laura Pausini sono i cantanti italiani più conosciuti all’estero, meraviglia il raffronto con una nuova generazione completamente diversa nello stile.

Simone Cristicchi viene citato per “Studentessa Universitaria” dà “quel pizzico di leggerezza mista ad una forte dose di tradizione pop-rock”, un brano “sentimentale e nostalgico ma con fascino da vendere”. Il giornalista britannico ricorda anche altri nomi di artisti italiani che definisce i più influenti degli ultimi anni, Gianna Nannini, Vasco Rossi, Luciano Ligabue, ma anche Marlene Kuntz, Afterhours affiancati ai Verdena considerati loro eredi, Brunori Sas, I Cani, per gli anni Duemila.

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