Avrebbe dovuto festeggiare il compleanno il 4 marzo, invece, siamo tutti qui, e non solo il mondo della musica, a rimpiangere Lucio Dalla, solo per una manciata di ore, lui non sarà come sempre con i suoi più cari amici a festeggiare, senza troppi estri, semplicemente come è stata la sua vita. Un infarto lo ha portato via, senza dare il tempo a nessuno di salutarlo, di parlargli per l’ultima volta.
Ieri sera ha fatto il suo concerto, non sapeva Lucio Dalla che sarebbe stata la sua ultima volta con il suo pubblico che lo ha seguito per quasi cinquant’anni, e non sapevano i presenti che per l’ultima volta avrebbero potuto cantare con lui quelle canzoni che lo hanno portato in giro per il mondo. Lucio Dalla stava bene, era sereno, ha fatto colazione e se n’è andato.
L’ultima volta lo abbiamo visto a Sanremo, lui si era defilato, non ha rubato il palco al giovane Pierdavide Carone, ha diretto l’orchestra, aveva deciso di dare una bella possibilità al talentuoso che gli piaceva molto ed aveva prodotto il suo ultimo album.
Nato come musicista jazz, il primo album di Lucio Dalla era stato pubblicato nel 1996, quando esordì a Sanremo, ci ritorno l’anno successivo con “Bisogna saper perdere”, abbinato con i Rokes di Shel Shapiro. Inizia poi una proficua collaborazione con il poeta Roberto Roversi, che durò quattro anni e che la critica definì come fondamentali per la musica italiana.
Nel 1975 inizia un’importantissima fase che consacra Lucio Dalla alla musica d’autore italiana, parte la sua scalata, memorabili i concerti con Francesco De Gregori. Arrivano poi “Com’è profondo il mare”, nel 1977 l’album “1979”, che include “Anna e Marco”, “L’ultima luna”, “L’anno che verrà”.
Nel 1988 Lucio Dalla inizia a collaborare con Gianni Morandi, il due bolognese pubblica l’album “DallaMorandi”, che include inediti scritti da Mogol, Mario Lavezzi, Battiato, Stadio e Ron, vanno in tour insieme, andante anche all’estero, due miti della musica italiana, accompagnati (per l’ultima volta) dagli Stadio. Le loro vite artistiche si fondono, l’uno canta i brani dell’altro, uno scambio di storie che ha incantato il pubblico.
Lucio Dalla ha sempre cantato di voler morire nella sua Piazza Grande, a Bologna, “e se non c’è più gente come me, voglio morire in Piazza Grande”, cantava, invece, era lontano, troppo lontano da casa sua. Lo ricorderemo tutti, la sua musica parlerà per lui. Ciao Lucio!