Il parlamento britannico ha approvato finalmente le modifiche alla legge che adesso permettono ai consumatori di musica di effettuare copie di CD e altri supporti a uso personale, un’ attività che fino ad oggi, nel Regno Unito, era ancora considerata illegale.
Dal 1° ottobre il mercato britannico vive una situazione simile a quella della maggioranza degli altri Paesi come l’Italia, dove i privati pagano alla SIAE una quota sul prezzo di vendita di apparecchiature e supporti di registrazione vergini come ad esempio i CD, ma non consentono comunque la condivisione delle copie con amici e familiari. La nuova normativa sul copyright garantisce inoltre agli artisti la possibilità di utilizzare opere protette dal diritto d’autore per parodie musicali e ne autorizza citazioni circoscritte e limitate anche senza il consenso dell’autore.
Il ministro per la proprietà intellettuale del Regno Unito, Lucy Nevill-Rolfe, ha così commentato: “questi cambiamenti traghetteranno la nostra normativa sul copyright nel ventunesimo secolo. Ciò significa che la disciplina britannica della materia risponderà in modo più efficace al sistema economico moderno e sarà più flessibile nei confronti dei consumatori”.