Ultimamente, il cantante Povia, è stato un po’ preso in giro a causa delle voci (falsissime) circolate in rete circa un suo grave problema d’udito. Nella realtà, invece, l’artista si confessa a un mensile parlando di un altro problema di salute, fortunatamente risolto!
Il noto sito umoristico “lercio”, qualche tempo fa, così postava: È una sconvolgente rivelazione quella che ha scosso il mondo delle canzoni brutte: il cantante Povia sarebbe sordo ormai da sei anni. Lo ha rivelato lui stesso alla rivista musicale italiana La Pietrolina Rotolante. “La musica è stata fin da piccolo la mia passione più grande” – si legge nell’intervista – “e a otto anni scoprii di avere quello che viene definito l’Orecchio Negativo: mi piacevano canzoni oggettivamente inascoltabili. Decisi allora di proseguire a non studiare per non rovinare quello che io stesso definisco un vero e proprio dono”. Dopo anni difficili e di dura fatica arriva l’immeritato successo. Ma qualcosa sembra andare storto, e la sorte si accanisce ancora una volta con uno dei più grandi talenti musicali nostrani. “Sono sordo da ormai sei anni” confessa Povia. Tralasciamo poi l’ultima riga postata nel sito… e ricordiamo che, chiaramente, tutto quanto letto fino ad ora è completamente falso, solo una simpatica presa in giro nei confronti del noto cantante.
Di ben altri problemi fisici (veri questa volta) parla, invece, Povia a un magazine dedicato alla salute e al benessere, rivelando quanto la sinusite lo abbia letteralmente torturato per ben 10 lunghi anni!
“Era il 1993. Per tre mesi avevo lavorato in un cantiere pulendo stanze piene di polvere e mi si era scatenata un’allergia agli acari. L’anno dopo, uno shock anafilattico da acido acetilsalicilico e nuove allergie: betulla, peli di gatto, graminacee. Cominciarono così i problemi di respirazione e, soprattutto, la sinusite che mi ha flagellato per più di dieci anni. Respiravo male e non sentivo più gli odori, neanche quello del cioccolato. Mi diagnosticarono la sinusite con un esame che mi ricordava le previsioni del tempo: dava sereno da un lato della fronte, mentre a destra era tutto nuvoloso, con piogge, precipitazioni, fulmini. Colpa anche del setto nasale deviato proprio a destra, per il quale volevano operarmi già da ragazzino. Io però temo gli interventi chirurgici, dico ridendo che l’unico dolore che sopporto è quello degli altri e che, a volte, sopporto i dolori dell’anima. Insomma, non ho mai voluto fare l’operazione e quel giorno, nello studio medico, la mia rinoscopia dava addensamenti spaventosi proprio sopra quel punto critico.”
E ancora: “Per lenire la sinusite, ho fatto aerosol di cortisonici quasi tutti i giorni, ho provato spray, rimedi naturali, qualunque cosa. Ero anche afflitto da starnuti e lacrimazioni dovuti alle allergie e quindi ero sotto antistaminici tutti i giorni. Il mio sistema immunitario era sempre impegnato a combattere queste guerre e io mi prendevo di continuo raffreddori, febbre, tosse, bronchiti e altri malanni. In realtà, i miei malesseri erano aggravati dal fumo e dagli stili di vita sbagliati: quando sei ragazzo, esci sbracciato, prendi freddo, vai in moto, fai tardi la sera, dormi poco. Quando ho avuto successo con I bambini fanno «Oohh…» nel 2005, e finché non ho smesso di fumare e mi sono dato una regolata, cantavo spesso con grande sforzo. Sul palco ci andavo, ma avvertivo il pubblico: «Stasera non ho voce, ma canterò lo stesso perché ci metto il cuore». Questo era il tormentone. Sapevo che potevo prendere tutti i cortisonici del mondo, ma che non sarei guarito se non avessi chiuso con le sigarette. I miei agenti e i miei produttori me lo dicevano, ma io poi mi nascondevo in camera e fumavo.”. Poi, finalmente, la presa di posizione e i primi passi verso la soluzione dei problemi: “Giancarlo Bigazzi, mio grande manager e autore, la prendeva alla larga: mi spiegava che se non mi fossi tolto il vizio, mi sarei ritrovato a cantare afono. Un manager punta ad avere dall’artista il cento per cento, magari si accontenta del 90, ma io solo dopo mi sono reso conto che davo solo il 50. Sul palco, stavo attaccato al microfono e non mi muovevo, sennò mi veniva il fiatone. Quando ho smesso di fumare, a febbraio 2007, le mie esibizioni sono cambiate da così a così: ora sul palco salto e mi muovo per tre ore di seguito. I miei problemi di respirazione e di sinusite sono spariti. La svolta è stata il libro di Allen Carr, È facile smettere di fumare se sai come fare. L’ho visto per caso in Autogrill e l’ho preso. Il metodo prevede di fumare finché non arrivi all’ultima pagina e io, per posticipare quel momento, continuavo a rileggere gli stessi capitoli. Ho fumato sei stecche di sigarette per finire un centinaio di pagine, ma dopo ho smesso, perché avevo capito i meccanismi della dipendenza. La consapevolezza ti fa smettere più della forza di volontà. Ho cominciato a stare meglio. Potevo correre. Respiravo bene. Allora, ho letto anche gli altri libri di Allen Carr, uno sul cibo, uno sull’alcol e anche È facile smettere di preoccuparsi se sai come fare.”. Ora Povia ha sposato la causa salutista e racconta: “Ho capito che siamo quello che mangiamo, perciò mi sono messo a coltivare l’orto e oggi scelgo il più possibile alimenti biologici. Ho smesso di farmi la birretta la sera, dopo i concerti. Quanto alle preoccupazioni, prima non dormivo affatto, avevo sempre troppi pensieri. Carr invece mi ha insegnato ad andare alla radice dei problemi. Oggi dormo fino sei ore a notte e, riposando meglio, mi sento meglio. Prima non badavo a tante cose… Facendo 70 o 80 concerti all’anno, andavo a letto alle sei del mattino, perché dopo lo spettacolo e dopo gli autografi cenavo pure con la band, accumulavo sigarette e birrette e, il giorno dopo, mi svegliavo stanco e facevo mille chilometri in auto per raggiungere la tappa successiva del tour. Adesso, dopo gli autografi, vado a letto. E se d’estate esco di sera, mi metto il giubbotto di jeans, e al collo porto sempre una sciarpa di seta che è isolante e protegge gola e corde vocali. Corro un’ora e venti tre volte a settimana. Ascolto Ligabue e corro, mi dà energia. Da quando non fumo, non bevo, mangio sano e riposo, i momenti belli sono più belli e i momenti brutti sono meno brutti. Non ho ancora una vita regolare: scrivo di notte, perché di notte tutto il mondo dorme e non arrivano energie negative. Però posso farlo nella casa che più amo, a Castellina Marittima, nella campagna toscana, un posto che per anni ho dovuto evitare per via delle graminacee che mi scatenavano lacrimazioni, starnuti e sinusite.”. Che dire, un esempio da seguire, male non fa di sicuro!