Si chiama Claudia Lagona ma tutti la conoscono ormai come Levante. Se il nome non dovesse ancora dirvi nulla… sappiate che è balzata all’onore della cronaca per il tormentone irriverente dalla strofa chiara e liberatrice: “che vita di merda” (Ecco,ora immaginiamo abbiate capito di chi stiamo parlando)! La cantautrice siciliana, autrice di “Alfonso”, ci racconta che…
Grida in maniera scherzosa, ma anche no, “che vita di merda” diventando così regina dei tormentoni sul web (e non solo), Claudia Lagona arriva da Caltagirone ma vive ormai da tempo a Torino dove è approdata in cerca di fortuna e… di un lavoro soprattutto! Lei è Levante, carina, talentuosa e, sicuramente senza troppi peli sulla lingua. Levante ama la musica da sempre: “La prima canzone la scrissi a undici anni ma non suonavo ancora. A tredici iniziai a musicare i testi con la chitarra, rubandola a mio fratello quando non era in casa. Era una situazione molto intima per me quella di cantare canzoni scritte da me, mi sembrava quasi di leggere ad alta voce le pagine del mio diario segreto. Ho impiegato molto tempo prima di aprire la porta della mia stanza e lasciare entrare chi aveva voglia di ascoltarmi.”. E talmente tanta era la passione da spingerla, seppur a malincuore, a lasciare la sua amata terra: “Lasciare la Sicilia è stata dura. Avevo quattordici anni e già dovevo ricominciare da capo, già dovevo lasciarmi il passato alle spalle, già dovevo salvare la pelle. Torino l’ho amata da subito perchè l’idea di una grande città, rispetto al paesino piccolo dal quale arrivavo, mi entusiasmava un sacco. Tuttavia I primi anni la mia vita si limitava a casa/scuola, scuola/casa. Ho scoperto la bellezza e la magia di Torino molto tardi ma tutt’ora non riesco a vedermi lontana da qui.”. Di “Alfonso”, la canzone che l’ha finalmente portata sotto i riflettori di un vasto pubblico ci dice: “Alfonso è un vero mistero. Arrivati a questo punto, dopo un’accurata analisi del testo, direi che Alfonso è il mio Alter Ego, tutta la mia insofferenza e inadeguatezza in un momento della vita in cui sembra di essere ad una continua festa alla quale non riesco davvero a divertirmi. Situazione grottesca, facce da sberle e sorrisi forzati. Arriva il momento in cui scoppi e ti viene da gridare che ‘vita di merda!’, o no?”. Ma Levante non è da “una canzone e via”… non solo progetti ma anche un album in attesa di uscita: “Manuale distrazione”. “Come mai proprio questo titolo? Presto detto, molto spesso gli insegnamenti oltre ad essere istruttivi portano con sé una parte distruttiva, specie se ottenuti a caro prezzo. A volte ci sentiamo più grandi quando siamo seduti su grandi macerie. Ecco perché l’ho intitolato ‘Manuale distruzione’, che ha tutt’altro scopo che insegnare a star male. è un progetto vario. Alberto Bianco, amico e produttore artistico di questo lavoro, ha cercato, il più possibile, di dare a ogni brano una propria personalità con gli arrangiamenti e la scelta degli strumenti, rispettando il mio gusto e la mia visione del progetto. Ogni canzone è naturalmente accomunata dal tipo di scrittura e dal modo in cui racconto le mie storie!”.