Antonio Ciacci, meglio conosciuto come Little Tony, il cantante che ha fatto sognare e ballare gli italiani tra il 1958 e il 1970, si è spento ieri, all’età di 72 anni a causa di un tumore alle ossa…
Proprio quel cuore tanto cantato e che tanta fortuna professionale gli portò… ha smesso di battere. Si è spento ieri, infatti, uno dei nostri miti: Little Tony. Il cantante aveva 72 anni e da tempo era malato. È morto nella clinica Villa Margherita di Roma, dove era ricoverato da tre mesi. I funerali si svolgeranno giovedì presso la chiesa del Divino Amore.
Ha iniziato giovanissimo a interessarsi di musica grazie a una passione di famiglia che accomunava suo padre Novino, cantante e fisarmonicista, uno zio, Settembrino, chitarrista, e i suoi due fratelli, anch’essi musicisti: Enrico, chitarrista, e Alberto, bassista. Le sue prime pedane sono i ristoranti dei Castelli Romani a cui seguono i locali da ballo, le balere e teatri d’avanspettacolo. Nel 1958, durante uno spettacolo allo Smeraldo di Milano, viene notato da un impresario inglese, Jack Good, che lo convince a partire con i suoi fratelli per l’Inghilterra, dove nascono “Little Tony and his brothers“. Gli spettacoli hanno tale successo da indurre Little Tony a rimanere in Inghilterra per alcuni anni. è proprio lì che si innamora del Rock’n’roll, una passione che durerà per tutta la vita. Nel periodo inglese fu ospite fisso del programma televisivo Wham!. Uno degli autori di Elvis Presley gli scrisse “Too Good”, che arrivò nella top 20 inglese nel 1959.
Rientrato in Italia dall’Inghilterra, nel 1961 ha partecipato al Festival di Sanremo in coppia con Adriano Celentano, arrivando secondo grazie a “24 mila baci“. Sempre nel 1961 ha inciso diverse canzoni per alcuni film. Il primo successo discografico è del 1962: “Il ragazzo col ciuffo”. Nel 1962 partecipa al Cantagiro con il brano “So che mi ami ancora”. Nel 1965 è semifinalista a Un disco per l’estate con “Viene la notte”. Trionfo nel 1966 quando porta al Cantagiro “Riderà“. La canzone non vincerà la manifestazione ma venderà oltre un milione di copie. L’anno dopo un altro grande successo: la sanremese “Cuore matto” arriva prima in classifica e rimane tra i primi posti per 12 settimane consecutive. Del ’68 ancora al Festival di Sanremo con “Un uomo piange solo per amore”. Nel 1974 è di nuovo a Sanremo con Cavalli e a Saint Vincent, semifinalista di Un disco per l’estate con Quando c’eri tu. Nel 1975 incide l’album “Tony canta Elvis”, in cui rende omaggio al suo maestro interpretandone vari classici. Nel 2003 partecipa di nuovo al Festival con “Non si cresce mai” in coppia con Bobby Solo. Proprio insieme a Bobby Solo a cui era legato da amicizia sincera. Nel 2008 parteciperà di nuovo al Festival col brano “Non finisce qui”. Personaggio dotato di grande simpatia non ha mai tradito il suo ciuffo e il suo passato, continuando a interpretare i suoi brani classici nelle trasmissioni che celebravano il mito degli anni 60′.
Da ricordare anche il suo contributo sul grande schermo. Dal 1967 al 1970, infatti, Little Tony è stato uno dei principali esponenti del sottogenere cinematografico del musicarello (una sorta di commedia romantica musicale che si appoggiava sulla fama del cantante e sul racconto generazionale) recitando in una decina di film il ruolo del protagonista (Tony o Antonio), da “Riderà!” (era Antonio Moruzzo) a “Peggiore per me … meglio per te” (era Tony Romanelli), da “Marinai in coperta” (era Tony Raimondo) a “Cuore matto … matto da legare” (era Tony), da “Zum zum zum” (era Tony Bertozzini) a “Il professor Matusa e i suoi hippies”, da “Donne … botte e bersaglieri” (era Tony) a “Vacanze sulla Costa Smeralda” (era Tony Martin), da “Zum, zum, zum n. 2” (era Tony) a “W le donne” (era Tony Marconi).
Negli anni seguenti le sue apparizioni cinematografiche sono diventate sempre meno frequenti così, dopo “Cuando calienta el sol … vamos alla playa” del 1982, si è visto nel ruolo di se stesso solo in altre tre occasioni: “L’odore della notte” di Claudio Caligari (1998 – candidato come miglior attore non protagonista dal sindacato nazionale dei giornalisti cinematografici), “Vita Smeralda” di Jerry Cala (2006) e “L’allenatore nel pallone 2” di Sergio Martino (2008).
Littlet Tony era anche un grande sportivo e soprattutto un grande appassionato di automobili, in particolare della Ferrari, di cui era un collezionista (tra le auto aveva una splendida Daytona) tanto da essere presidente del Ferrari Appia Antica club.
Aveva fatto parte della nazionale attori e cantanti e aveva preso parte a qualche Derby del Cuore. Il suo di cuore calcistico batteva per la Roma. Nel 1983, per celebrare lo scudetto giallorosso, scrisse interpretò un brano allegro, festoso e senza pretese se non quello di celebrare la Roma di Falcao con la canzone “Roma brasileira”.
Tra i tanti messaggi già arrivati vale la pena citare quello di Enrico Ruggeri che critica la “beatificazione da social network”: «Ricordo la sua comunicativa e la sua simpatia – scrive il cantautore -. E adesso via con la solita postuma ipocrita beatificazione in un paese che arriva sempre dopo». Parole che fanno subito riflettere visto che, l’Elvis “di casa nostra, va detto, non è mai stato preso troppo sul serio, specie dalla critica.
A noi piace ricordarlo per i suoi grandi sorrisi e la sua grinta, particolari che lo hanno sempre contraddistinto sul palco e nella vita privata. Ciao Tony!