Ci è voluta qualche ora ma alla fine Lady Gaga ha risposto alle pesanti accuse che le erano state lanciate a proposito di quei proventi derivanti dalla vendita degli ormai celeberrimi braccialetti in gomma messi in vendita sul suo sito. La storia parte dal disastroso tsunami che ha colpito il Giappone ll’11 marzo scorso. Lady Gaga aveva appunto messo in vendita sul suo sito i braccialetti con la scritta Preghiamo per il Giappone, al costo di 5 dollari più le spese di spedizione, la promessa era che tutto il ricavato sarebbe andato in aiuto della popolazione gravemente colpita.
L’inghippo nasce proprio dalle spese di spedizione che, secondo le accuse degli avvocati americani dall’associazione legale 1-800- Law- Firm.che hanno intentato la causa, sarebbe state gonfiate, per avere comunque in riscontro economico di Lady Gaga, in buona sostanza, secondo l’accusa, la pop star voleva lucrare e, quindi, non ritenevano l’operazione trasparente.
L’entourage di Lady Gaga è intervenuto sulla spinosa questione con un comunicato stampa in cui respingono qualsiasi accusa definendo le illazioni del tutto infondate e che tutto questo serve unicamente a distogliere l’attenzione da quello che in tutto il mondo stanno facendo per sostenere il Giappone,
“La donazione di 5 dollari fatta con l’acquisto di ogni braccialetto è andata per intero a sostegno della raccolta per la catastrofe. Non c’è stato alcun guadagno sulle spese di spedizione. Gli oneri fiscali sulle vendite sono state effettuate in conformità con i requisiti legali. Lady Gaga si è personalmente impegnato con fondi propri per questa causa e continua a sostenere le vittime del disastro”, così recita il comunicato stampa che, a regola, dovrebbe o vorrebbe chiarire tutta la complicata vicenda.