Le margherite d’autunno: ”un artificio fuori dal tempo” al cinema dal 23 marzo

di Redazione 309 views0

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Cortometraggio scritto e diretto dal giovane regista Lorenzo Musiu, ”Le margherite d’autunno” verrà presentato in anteprima il 23 marzo 2011 presso il Cinema Silvio Pellico di Saronno. Interpreti d’eccezione Marta Falcone, Mattia Mor, Andrea Sapia e Veronica Monaco. Hanno collaborato alla realizzazione: Stefano Ruffinoni, direttore della fotografia; Giovanni Milano, direttore di produzione; Marco Cenedese, professional make-up artist e Sabrina Rimoldi fashion stylist.

Alla realizzazione del cortometraggio ”Le margherite d’autunno” hanno collaborato anche le Scuole Civiche di Milano sezione Cinema. Le riprese sono state realizzate nel mese di luglio 2010 nelle province di Como e Varese. Prodotto da Marco Giapponese per mondocinemablog.com.

La trama de ”Le margherite d’autunno” racconta il devastante impatto psicologico di un uomo con la realtà del tradimento della donna che ama. La sua mente entra in un tunnel apparentemente senza via d’uscita, dove realtà e fantasia s’intrecciano creando una complicata dimensione che travolge il protagonista, sconvolgendone la mente fino a portarlo alla decisione di uccidere colui che aveva osato violare il suo mondo sino a quel momento ritenuto inespugnabile.

Quando tutto sembra ben delineato un improvviso colpo di scena rimescola le carte in tavola: l’assassino svolge un altro ruolo e l’imprevedibile scambio di ruoli proietta lo spettatore in un apparente mondo reale nel bel mezzo di un matrimonio.

Una superba Marta Falcone, privata di ogni pura espressività, in omaggio al celebre ”la signora di Shanghai” di Welles, segna la profonda personalità questa pellicola.

Il titolo ”Le margherite d’autunno” prende in considerazione un passaggio del monologo centrale del protagonista che racconta la sua ossessione e ne spiega la natura. Le margherite, fiore per antonomasia degli innamorati: come i loro sospiri cantilenati del ”m’ama non m’ama” rendono lo sfogliare un’azione a singhiozzo, parimenti le immagini di questo film disegnano in questa pellicola una struttura a singhiozzo, dove il desiderio e la ricerca di un fondo di verità vengono contrastati dal profondo turbamento interiore del protagonista, mentre spettri evanescenti creano ragnatele che catturano la sua anima.

Il dualismo sempre forte e visibile unitamente all’assenza di una realtà temporale dona alla narrazione una fortissima espressione di finzione e artificiosità.

Il ”Le margherite d’autunno” mostra in maniera evidente la volontà di rappresentare un certo tipo di cinema votato alla “visione di se stesso”. Dicendo questo si fa riferimento a una lavorazione dell’intero processo filmico, che va quindi dall’ideazione al montaggio, tesa alla quasi totale abolizione dei raccordi (escamotages che danno la sensazione di realtà) e alla costruzione di un mondo completamente finzionale a partire dalla scenografia, passando per i personaggi e le logiche di dialogo tra gli stessi, arrivando infine ai colori delle immagini offerte al pubblico.

L’uomo e la sua mente, la sua anima, le sue emozioni e i suoi desideri collocati in una dimensione che ”non esiste”, sospesa tra realtà e fantasia, ti cattura l’anima, l’essenza dell’essere, l’essenza dell’IO e ti pone di fronte ad uno specchio dove difficilmente ti riconoscerai perché la verità che tanto agogni ti spaventa, perché a differenza dei sogni, questa non può essere modificata.

“Le Margherite d’autunno” è un cortometraggio da non perdere.

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